Congedo parentale al 100% dipendenti pubblici: come funziona per gli Enti Locali

Come previsto dal CCNL, per i dipendenti pubblici degli Enti Locali il congedo parentale è retribuito al 100% per il primo mese di vita del bambino

congedo parentale

A differenza del trattamento a cui hanno diritto i lavoratori nella generalità dei casi, il primo mese di congedo parentale è retribuito al 100 per cento per i dipendenti pubblici degli Enti Locali.

Infatti, il CCNL di categoria prevede un trattamento di maggior favore rispetto alla normativa nazionale, che riconosce invece un’indennizzo pari all’80% della retribuzione alla lavoratrice madre o al lavoratore padre durante il primo mese di astensione facoltativa dal lavoro.

In questo articolo spieghiamo nel dettaglio come funziona, fino a quando spetta e come ottenerlo.

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QUANDO IL CONGEDO PARENTALE È RETRIBUITO AL 100 %

Il congedo parentale è retribuito al 100% ai dipendenti pubblici appartenenti al comparto delle Funzioni Locali per tutto il primo mese di fruizione. L’indennizzo completo vale solo per i primi 30 giorni complessivi di congedo, che possono essere richiesti in modo continuativo o frazionato, fino al compimento dei 12 anni di età del bambino o entro 12 anni dall’ingresso in famiglia del minore in caso di adozione o di affidamento.

Come per tutti gli altri lavoratori, anche per i dipendenti pubblici il congedo parentale è facoltativo, spetta sia alla madre che al padre (dopo la fruizione della maternità obbligatoria e del congedo di paternità) e dura 10 mesi (da ripartire tra i due genitori e in alcuni casi elevabili a 11).

A differenza quindi della generalità dei lavoratori, che possono beneficiare nel 2024 del congedo parentale ma indennizzato dall’INPS all’80% per i primi due mesi, le disposizioni del CCNL Funzioni Locali prevedono un trattamento di maggior favore per i dipendenti di questa categoria.

Infatti, in Italia, la legislazione consente ai contratti collettivi di stabilire condizioni di lavoro più vantaggiose per i dipendenti. Questo vuol dire che, in linea generale, le disposizioni di legge rappresentano il minimo garantito di diritti, mentre i contratti collettivi possono offrire miglioramenti su vari aspetti. Ed è proprio quello che acceda con il CCNL Funzioni Locali sul fronte congedo parentale.

Scopriamo ora chi rientra nella categoria dei dipendenti pubblici a cui spetta il congedo parentale retribuito al 100%.

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CHI SONO I DIPENDENTI DEGLI ENTI LOCALI

I dipendenti degli Enti Locali sono coloro che lavorano presso Amministrazioni comunali, Provinciali, Regionali e altri Enti pubblici territoriali. Essi appartengono al comparto delle Funzioni Locali, il cui trattamento contrattuale è disciplinato dal CCNL Funzioni Locali.

Questo CCNL si applica a tutto il personale non dirigente con rapporto di lavoro a tempo indeterminato e a tempo determinato dipendente da tutte le Amministrazioni del comparto locale indicate all’articolo 4 del CCNQ sulla definizione dei comparti di contrattazione collettiva del 3 agosto 2021.

Per completezza, di seguito un elenco completo e dettagliato di tutti gli Enti che rientrano nel comparto Funzioni Locali:

  • Regioni a statuto ordinario e dagli Enti pubblici non economici dalle stesse dipendenti;


  • Comuni;

  • Comunità montane;

  • ex Istituti autonomi per le case popolari ancora in regime di diritto pubblico, comunque denominati;

  • Consorzi e associazioni, incluse le Unioni di Comuni;

  • Aziende pubbliche di servizi alla persona (ex IPAB), che svolgono prevalentemente funzioni assistenziali;

  • Camere di commercioindustria, artigianato e agricoltura.
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COME FUNZIONA IL CONGEDO PARENTALE PER I DIPENDENTI DEGLI ENTI LOCALI

Il congedo parentale per i dipendenti pubblici degli Enti Locali funziona come il congedo parentale ordinario solo che, secondo le disposizioni del Testo Unico sulla maternità e paternità integrate dal CCNL Funzioni Locali (articolo 45, comma 3), a cambiare è l’indennità riconosciuta, che per il 1° mese di congedo parentale è pari al 100% invece che all’80%, come invece vale per tutti gli altri lavoratori.

La retribuzione al 100% comprende:

  • l’intera retribuzione fissa mensile, inclusi i ratei di tredicesima ove maturati;

  • le voci del trattamento accessorio fisse e ricorrenti, compresa la retribuzione di posizione prevista per gli incarichi di Elevata Qualificazione;

  • i premi correlati alla performance secondo i criteri della contrattazione integrativa.

Sono escluse dal calcolo le indennità per lavoro straordinario e le indennità per prestazioni disagiate, pericolose o dannose per la salute.

Ma quali sono i limiti sulla fruizione del congedo dopo il primo mese? Scopriamolo insieme.

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FINO A CHE ETÀ SPETTA

Il congedo parentale al cento per cento per i dipendenti pubblici degli Enti Locali può essere fruito fino al compimento dei 12 anni di età del figlio o entro 12 anni dall’ingresso in famiglia del minore in caso di adozione o di affidamento. I primi 30 giorni di congedo parentale, che possono essere goduti anche in modo frazionato, sono indennizzati al 100%.

Superato il primo mese, secondo le disposizioni valide per il 2024, se il congedo è goduto entro i 6 anni di vita o entro 6 anni dall’ingresso in famiglia in caso di adozione o di affidamento del minore, la retribuzione scende:

  • all’80%, per il secondo mese successivo;

  • al 30% per i sette mesi successi, a prescindere dalla situazione reddituale.

Specifichiamo però che, come previsto dall’articolo 32 del D.lgs n. 151/2001, il periodo massimo di congedo riconosciuto a entrambi i genitori è pari a 10 mesi (elevabili a 11 nel caso in cui il padre si astenga per un periodo intero o frazionato non inferiore a 3 mesi).

Quindi, dei mesi rimanenti – dopo i 9 indennizzati – si può fruire entro i 12 anni di vita del figlio o entro 12 anni dall’ingresso in famiglia del minore in caso di adozione o di affidamento e, comunque, non oltre il compimento della maggiore età.

Tuttavia, questi non sono retribuiti, salvo il caso in cui il reddito individuale dell’interessato sia inferiore a 2,5 volte l’importo del trattamento minimo di pensione a carico dell’assicurazione generale obbligatoria (ovvero, nel 2024, minore a 1.536,93 euro mensili). Per i genitori rientranti in questa casistica, infatti, spetta un’indennità pari al 30 per cento anche per i mesi rimanenti e successivi al nono.

COME RICHIEDERLO

Per richiedere il congedo parentale i dipendenti pubblici degli Enti Locali devono presentare apposita domanda all’INPS, esclusivamente in modalità telematica, attraverso uno dei consueti canali:

  • tramite il portale istituzionale INPS, se si è in possesso di identità digitale (SPID almeno di livello 2, CIE 3.0 o CNS), utilizzando gli appositi servizi raggiungibili dalla home page attraverso il percorso “Lavoro” > “Congedi, permessi e certificati”;

  • tramite il Contact center integrato INPS, chiamando il numero verde 803.164 (gratuito da rete fissa) o il numero 06 164.164 (da rete mobile a pagamento, in base alla tariffa applicata dai diversi gestori), che li assisterà nella pratica;

  • tramite gli Istituti di Patronato, utilizzando i servizi offerti dagli stessi.

Il procedimento da seguire è quello disciplinato dalla Circolare n. 57 del 18 aprile 2024 e nel Messaggio INPS n. 2704 del 23-07-2024, cui disposizioni sono ancora valide nel 2025.

Ricordiamo poi che i lavoratori sono tenuti a informare sia l’INPS che il datore di lavoro (nel caso dei dipendenti pubblici la PA) della richiesta di congedo. Infatti, la domanda di fruizione del congedo parentale deve essere presentata al datore di lavoro con un preavviso minimo fissato per legge in 5 giorni (2 giorni se il congedo parentale è su base oraria).

È consigliabile inviare una comunicazione scritta (email o raccomandata), specificando il periodo di congedo richiesto.

LA GUIDA AL CONGEDO PARENTALE

Mettiamo a vostra disposizione la nostra guida al congedo parentale dove vi spieghiamo come funziona, quanto spetta di retribuzione e quali sono le condizioni generali per l’accesso, valide quindi anche per i dipendenti pubblici degli enti locali e quali sono le novità 2025.

ALTRI APPROFONDIMENTI E GUIDE UTILI

Vi consigliamo di leggere anche i seguenti approfondimenti:

Vi consigliamo di consultare l’elenco aggiornato dei bonus figli, dei bonus famiglia attivi o quello sul bonus mamme in vigore nel 2025. A vostra disposizione anche la guida sulla Dote famiglia 2025 e quella sul bonus nido potenziato già dallo scorso anno. Utile poi, il focus sulle detrazioni figli a carico.

A proposito di famiglie, è possibile anche presentare domanda per la Carta Nuovi Nati 2025come spieghiamo in questa guida. Inoltre, la soglia dei fringe benefits nel 2025 è di 2.000 euro per chi ha figli.

Vi segnaliamo poi l‘aumento dello stipendio confermato da luglio 2025 per gli Enti Locali.

Per scoprire tutte le agevolazioni attive e quelle in arrivo, visitate la nostra pagina dedicata agli aiuti alle persone.

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Scritto da Valeria Cozzolino - Giornalista, esperta di leggi, politica, Pubblica Amministrazione, previdenza e lavoro.
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